
La rivoluzione della mobilità: cosa sta cambiando nel mondo
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Biciletta elettrica (o a pedalata assistita), Segway, Monopattino Elettrico e Hoverboard: sono questi i nomi dei quattro esponenti di spicco di ciò che viene chiamata “micromobilità elettrica”, quel settore che comprende al suo interno mezzi di trasporto elettrificati o semi-elettrificati ideali per spostarsi con rapidità e a impatto zero per brevi tratti, anche in zone precluse al traffico e non raggiunte dai mezzi di trasporto. E se tutti e quattro condividono un approccio “green” all’ambiente e “light” nelle tasche di coloro che decidono di convertirsi dalla benzina all’elettrico, ciascuno singolarmente possiede specifiche caratteristiche. Ad esempio, il Segway è un vero e proprio mezzo di trasporto, riconosciuto dall’ordinamento italiano come tale, un prodotto ibrido a metà strada fra un monociclo e un monopattino, semplicissimo da utilizzare ed in grado, grazie ad una combinazione elettronica e informatica, di compiere alcune manovre automaticamente. Seppur in Italia il suo acquisto non sia ancora molto diffuso, è comunque oggetto di una forte attenzione (basti pensare, ad esempio, che Poste e Polizia ne hanno adottato alcuni esemplari). Con il Segway è possibile circolare anche sulle piste ciclabili, non si ha l’obbligo di indossare un casco ma il conducente deve avere almeno 16 anni.
Non è previsto l’obbligo di assicurazione o altro. E’ l’ideale per percorsi turistici nelle città d’arte, proprio perché permette ai turisti di visitare la città in poco tempo, con il minimo sforzo e con il vantaggio di poter circolare anche nelle aree pedonali o a traffico limitato. Un modello molto simile al segway, con il quale condivide la stessa logica operativa, è nato negli ultimi anni ed è il famoso hoverboard, uno dei mezzi di trasporto più venduti in Italia (per grandi e bambini) perché è divertente, facile e sicuro, oltre che davvero alla moda. In questo caso, il manubrio scompare e la guida è affidata al movimento del corpo. Vari sensori inseriti sulla pedana d’appoggio “leggono” lo spostamento del baricentro del corpo e lo trasformano in accelerazione o virata. La guida di un hoverboard si basa essenzialmente sulla capacità del conducente di stare in equilibrio. Se si inclina il piede in avanti si darà impulso al mezzo che prenderà velocità, mentre inclinandosi all’indietro si azioneranno i comandi di frenata. Nelle piste ciclabili protette, nelle corsie riservate e nelle zone 30 non è ammesso il transito agli hoverboard.
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